Marino torna a parlare e attacca il Pd e Renzi: "Non ha voluto liberare Roma dalle lobby"

“Un marziano a Roma” è il libro di Ignazio Marino, fino allo scorso novembre sindaco della Capitale poi costretto alle dimissioni, ha presentato alla Stampa Estera. Non scioglie la riserva sulla sua candidatura alle elezioni ma intanto attacca il Pd e soprattutto Renzi.

Alla domanda più ripetuta in assoluto, ossia se si candiderà a queste amministrative, non risponde, ma l'intenzione sembra esserci, sentendo come presenta il suo libro. “Può essere uno spunto per i candidati che ancora non hanno un programma”.
Questa non è una vendetta, assicura, è un'analisi e una visione. In 28 mesi la mia giunta ha tentato di cambiare distorsioni stratificate, dice. Abbiamo ereditato 816 milioni di euro di debiti, aggiunge, 874 solo nell'azienda dei trasporti; i rifiuti andavano nella sola Malagrotta, in monopolio a un privato da 40 anni, e proprio lì attorno, rivela, erano previsti 160 nuovi insediamenti in cemento.
L'attacco al premier è frontale, non è stato eletto da nessuno, dice, e ha indicato un commissario governativo al posto di un sindaco votato dai cittadini. Sceglie il direttore della Rai e i direttori di rete, l'avesse fatto Berlusconi buona parte della stampa si sarebbe rivoltata. “Se avessi seguito il Pd – conclude – a quest'ora sarei in galera”.
E attacca Renzi anche sui famosi scontrini: “Risponderò, se richiesto, dei miei 12mila euro, ma se parliamo di trasparenza vorrei la stessa fosse applicata al presidente del Consiglio che a Firenze, come presidente della Provincia, in un anno ha speso 600mila euro in cene di rappresentanza”.
E Papa Francesco? Ci siamo visti e chiariti, racconta, ho avuto la sua autorizzazione a riportare nel libro quanto ci siamo detti.

Francesca Biliotti

Nel video l'intervento di Ignazio Marino alla Stampa Estera di Roma

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