Marino torna a parlare e attacca il Pd e Renzi: "Non ha voluto liberare Roma dalle lobby"
Alla domanda più ripetuta in assoluto, ossia se si candiderà a queste amministrative, non risponde, ma l'intenzione sembra esserci, sentendo come presenta il suo libro. “Può essere uno spunto per i candidati che ancora non hanno un programma”.
Questa non è una vendetta, assicura, è un'analisi e una visione. In 28 mesi la mia giunta ha tentato di cambiare distorsioni stratificate, dice. Abbiamo ereditato 816 milioni di euro di debiti, aggiunge, 874 solo nell'azienda dei trasporti; i rifiuti andavano nella sola Malagrotta, in monopolio a un privato da 40 anni, e proprio lì attorno, rivela, erano previsti 160 nuovi insediamenti in cemento.
L'attacco al premier è frontale, non è stato eletto da nessuno, dice, e ha indicato un commissario governativo al posto di un sindaco votato dai cittadini. Sceglie il direttore della Rai e i direttori di rete, l'avesse fatto Berlusconi buona parte della stampa si sarebbe rivoltata. “Se avessi seguito il Pd – conclude – a quest'ora sarei in galera”.
E attacca Renzi anche sui famosi scontrini: “Risponderò, se richiesto, dei miei 12mila euro, ma se parliamo di trasparenza vorrei la stessa fosse applicata al presidente del Consiglio che a Firenze, come presidente della Provincia, in un anno ha speso 600mila euro in cene di rappresentanza”.
E Papa Francesco? Ci siamo visti e chiariti, racconta, ho avuto la sua autorizzazione a riportare nel libro quanto ci siamo detti.
Francesca Biliotti
Nel video l'intervento di Ignazio Marino alla Stampa Estera di Roma