Il massacro non accenna a fermarsi in Siria: quasi 200 i morti da giovedì

Il massacro non accenna a fermarsi in Siria: quasi 200 i morti da giovedì.
Oggi ci sono stati gli scontri più duri tra i ribelli e le forze fedeli al presidente Bashar al Assad, che hanno causato 80 morti di cui 52 civili. La maggior parte dei bombardamenti si è concentrata nella regione di Hama, con 52 morti, secondo l’osservatorio siriano dei diritti umani. Tutto questo a tre giorni dalla scadenza dell’ultimatum fissato dall’Onu che chiede il ritiro delle truppe regolari. Giovedì la dichiarazione era stata approvata all’unanimità dal consiglio di sicurezza: si chiedeva a Damasco di rispettare la scadenza del 10 aprile per cessare tutte le operazioni militari, e lo stesso dovrebbe poi fare l’opposizione 48 ore dopo. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha condannato i nuovi attacchi lanciati dal regime, affermando che queste azioni violano la posizione del consiglio di sicurezza dell’Onu. Anche l’Italia, per bocca del suo presidente del consiglio Mario Monti, che ha iniziato il suo tour in Libano e Israele, sostiene pienamente il piano di pace dell’inviato dell’Onu Kofi Annan, in tutti e sei i punti per una soluzione pacifica della crisi.

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