Medioriente: lo spettro della guerra sul Libano. L'analisi di Nicola Pedde
E pensare che in Siria, finalmente, iniziavano a vedersi spiragli di luce; con l'ISIS ormai ai minimi termini, e la dichiarazione congiunta di Trump e Putin – al vertice APEC in Vietnam – nella quale i due leader confermavano il loro impegno per “la sovranità e l'integrità territoriale” del Paese. Ma la guerra è ormai un fattore endemico, in Medioriente; e il prossimo fronte potrebbe aprirsi in Libano. Nei giorni scorsi le singolari dimissioni di Saad Hariri, annunciate in diretta TV da Riad, dove si trova tuttora. C'è chi, nel Paese dei Cedri, ipotizza che la decisione del Premier sia stata in realtà imposta dai sauditi, per destabilizzare il fragile quadro politico libanese e mettere sotto pressione Hezbollah. Nel mirino, insomma, vi sarebbe uno dei principali alleati dell'Iran nella Regione. Non si sa ancora quale Paese possa essere la punta di lancia di una eventuale offensiva. Nicola Pedde - Direttore dell'Institute for Global Studies - non esclude una combinazione di interessi tra sauditi ed israeliani.
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