Al Meeting l'incontro su “Chiesa e modernità: il dialogo necessario”
“Un rapporto quello tra Chiesa e modernità particolarmente stretto – fa poi notare l’Arcivescovo Rino Fisichella – “perché l’uomo di oggi ha bisogno di un soggetto che annunci una presenza che salva. La Chiesa – aggiunge – non potrà mai essere nemica della scienza, a patto che non si voglia pretendere di avere l’ultima parola sull’uomo”.
Un chiaro riferimento alla drammatica vicenda di Eluana Englaro. “Perché la Chiesa è ancora protagonista dopo 2000 anni? – si chiede infine Fisichella – Perché a differenza di tante forze, vive di un incontro interpersonale con l’individuo” . “Mi viene da sorridere – conclude poi – quando sento parlare di ingerenza della Chiesa. Noi viviamo nel mondo, partecipiamo alla vita stessa per essere il fermento che la alimenta. Nessuno ci può chiudere la bocca”.
“In passato ho incontrato la modernità nel modo peggiore possibile – dichiara invece Mons. Luigi Negri – quella cioè di assistere alla disfatta dell’Uomo a causa della perdita di ogni valore. La morte morale è ciò che la modernità ha portato all’uomo con assalti ripetuti, fuochi incrociati da parte dell’ateismo più becero”. E riportando le parole di Giovanni Paolo II dice: “L’uomo rimane infatti per sé stesso un essere incomprensibile senza l’incontro con Dio. Ora il “nuovo” che vibra è tra di noi, è iniziata una nuova modernità. Il compito della Chiesa era ed è quello di riaprire gli occhi al mondo”.