Alla vigilia dello storico referendum sull'indipendenza in Scozia, tre sondaggi indicano il fronte del 'NO' in leggero vantaggio sugli indipendentisti e il clima del dibattito è sempre più rovente. I politici dei diversi schieramenti alzano i toni e alcuni di loro sono stati insultati e minacciati. Ieri il leader laburista Ed Miliband è stato costretto a interrompere una visita in un centro commerciale di Edimburgo da un gruppo di manifestanti pro secessione, che lo hanno apostrofato come "bugiardo" e "assassino". Il deputato George Galloway, del movimento radicale "Respect", avrebbe ricevuto la minaccia di "prendersi un proiettile" in un comizio a Glasgow. Il primo ministro scozzese, il nazionalista Alex Salmond, per tutta la campagna ha accusato Londra di orchestrare una sorta di "complotto" contro l'indipendenza. Non è stata risparmiata nemmeno la Bbc, accusata di parzialità e sostegno a favore dell'unione. Il dibattito pro o contro secessione ha superato anche i confini britannici. Dopo Obama e Hillary Clinton, anche il marito di quest'ultima ed ex presidente, Bill, si schiera con il NO. Per il premier spagnolo Rajoy la celebrazione del referendum in Scozia e la sfida indipendentista in Catalogna "sono un siluro sulla linea di galleggiamento dell'Unione Europea".Il fondatore della Lega Nord Umberto Bossi ha dichiarato che "Comunque vada il referendum, la Scozia prima o poi sarà indipendente: è una polveriera che si accenderà ovunque".
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