Messaggio degli Ecc.mi Capitani Reggenti per il 9 dicembre
In occasione dell’anniversario della risoluzione, il 9 dicembre di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale della Commemorazione e della dignità delle vittime del crimine di genocidio e della prevenzione di tale crimine.
Un’occasione per rendere omaggio e ricordare le tante vittime delle orribili persecuzioni che hanno portato allo sterminio di popolazioni inermi, affinché la memoria del loro sacrificio e del loro martirio possa rappresentare un insegnamento e un monito per il presente e per il futuro.
Perseguire e condannare i colpevoli – così come richiesto a tutti gli Stati, compreso San Marino, che hanno ratificato la Convenzione – rende giustizia alle
vittime e conferma l’impegno della comunità internazionale a non restare impotente di fronte al ripetersi di questo crimine contro l’umanità, ovunque e in
qualunque momento esso possa realizzarsi.
La storia dimostra che, purtroppo, nessuna parte del mondo ne è stata immune. E’ allora doveroso ricordare che il genocidio rappresenta l’atto conclusivo di un lungo percorso di repressione dei diritti e delle libertà fondamentali, di negazione della dignità dell’essere umano, di diffusione dell’intolleranza e dell’odio nei confronti di persone e comunità di differente appartenenza etnica, religiosa e culturale.
Sentimenti e atteggiamenti che, in questo momento di preoccupazione e incertezza per il futuro, di disagio e frustrazione per ceti che più di altri pagano il costo della crisi economica e finanziaria, di fronte alle massicce migrazioni che scuotono certezze e modelli consolidati di convivenza, rischiano di diventare sempre diffusi. In tale contesto, insicurezza e paura rischiano di essere facili pretesti per giustificare esclusione e rifiuto nei confronti della diversità e per aggiungere ulteriore sofferenze al cammino di chi fugge da condizione di violenza e persecuzione.
Ferma deve pertanto essere la condanna nei confronti di chi fomenta odio e violenza, sempre vigile l’attenzione a tutti coloro che, più di altri, sono esposte al
rischio della esclusione e persecuzione, più forte e incessante il nostro impegno per promuovere una cultura di autentico rispetto della dignità di ogni essere umano e di incontro e dialogo fra uomini e popoli di differenti etnie, culture e religioni.