Messaggio per la Pasqua del Vescovo Andrea Turazzi
Lunedì sera avevo finito di firmare centinaia di biglietti augurali. Avevo concluso ogni messaggio con l’augurio di una Pasqua piena di luce. Il mattino seguente, dopo aver imbucato, mi arriva la notizia dei vili attentati di Bruxelles: è una Pasqua piena di sangue. Mi indigno. Protesto. Cerco di capire. Prego. Eppure mi ostino a pensare che sarà comunque una Pasqua piena di luce perché carica dell’evento che celebra. Vorrei si insinuasse nella voragine di dolore di chi sta piangendo. La Pasqua non è celebrazione di un anniversario, di un ricordo. La Pasqua è vita nuova che è entrata irrevocabilmente in circolo, che ne siamo consapevoli o meno. Lo sente ogni uomo; lo esperimenta nel suo cuore quando ama. I cristiani credono che Gesù, innocente crocifisso, è risorto ed ha spalancato per tutti una breccia oltre il buio della morte, dell’ignoto, del peccato. Con la sua risurrezione penetra nella storia, soffia nelle nostre fragili esistenze, incoraggia cammini di pace, suscita solidarietà, non ammette rese e paure, invita alla sobrietà, perché la vita dell’uomo non dipende dai suoi beni. Il libro della Genesi si chiude con le parole di Giuseppe, il giusto perseguitato: «Se voi avevate tramato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene…» (Gn 50,20). Il film “Schindler list” finisce con queste parole: chi salva un uomo, salva l’umanità”. L’aveva già scritto San Giovanni della Croce: un atto di puro amore salva il mondo intero”. Molti, in questi giorni difficili, ci stanno provando. Io sto con loro!
+ Andrea Turazzi