Migranti: non si sblocca la situazione della "Lifeline"
“Il rimpatrio in Libia non è possibile perché sarebbe contrario alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati”. Così il capitano di “Mission Lifeline” ha risposto al Premier maltese Muscat, che aveva chiesto che la nave si spostasse verso la destinazione originale, avendo ignorato le direttive dell'Italia e della Libia. Tutto ciò dopo che dal Viminale era giunto forte e chiaro il messaggio di Matteo Salvini. “Queste imbarcazioni – aveva dichiarato in mattinata il Ministro agli Interni italiano – si possono scordare di raggiungere l'Italia”. Come nel caso dell'Aquarius, dunque, si ripropone una situazione di stallo per la nave della ONG tedesca, con a bordo oltre 230 migranti, imbarcati a ridosso della costa libica. 110, invece, sono quelli sul cargo battente bandiera danese, da ieri davanti al porto di Pozzallo, in attesa di ricevere l'autorizzazione ad entrare. Quel che è certo è che il dossier migranti sta creando nuove spaccature nell'UE, ma anche inedite alleanze, come quella tra il Presidente francese e il neo-Premier spagnolo Sanchez, intenzionati a proporre domani – nel pre-summit convocato a Bruxelles, in preparazione del Consiglio europeo di fine mese – l'istituzione di “centri chiusi nei Paesi di primo sbarco” e sanzioni a chi non accetta i ricollocamenti. E poi una stoccata a Roma. E' una “bugia”, ha dichiarato Macron, parlare di crisi migratoria in Italia. Pronta – tuttavia - la replica di Salvini, che ha invitato l'inquilino dell'Eliseo – definito “arrogante” - a “dimostrare generosità”, aprendo i porti francesi ed interrompendo i respingimenti a Ventimiglia. Infine un monito, riguardo al vertice di domani. “La differenza col passato – ha detto il Ministro - è che l'approvazione dell'Italia non è garantita a priori. Siamo pronti a trattare, punto per punto”.
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