Migranti, a Roma una cabina di regia per gestire l'accoglienza
“Roma è sottoposta a una forte pressione migratoria, così non si può andare avanti”, erano state le parole della sindaca Virginia Raggi a metà giugno, puntualizzando poi in una nota ufficiale che la Capitale “fa la sua parte e continuerà a farla: l'accoglienza dei più fragili è un dovere morale, che tuttavia deve essere attuato con regole precise e in maniera controllata per evitare sacche di illegalità”. Aveva così inviato una richiesta al Prefetto di Roma e al Ministero dell'Interno per una moratoria sui nuovi arrivi.
Alla richiesta è seguito un incontro col ministro Minniti, al Viminale: si è convenuto di affrontare il problema istituendo presso la Prefettura una “cabina di regia”, così è stata chiamata, con la partecipazione di rappresentanti del Ministero stesso e di altre istituzioni per gestire i temi dell'accoglienza, dell'inclusione e dell'integrazione.
In più sono state approfondite le indicazioni contenute nelle circolari “Safety & Security” in una città come Roma che, d'estate in particolare, vive di eventi e manifestazioni all'aperto. Ma queste circolari, ha chiarito Minniti, non intendono limitare la partecipazione dei cittadini agli eventi, ma solo un'occasione per garantire la sicurezza in un clima di serenità.
A chiarire la portata numerica del fenomeno interviene anche il Centro Studi e Ricerche Idos sull'immigrazione, per dire che dall'inizio dell'anno nel Lazio sono state accolte 14.886 persone. A Roma gli ultimi dati disponibili contano 2.769 posti disponibili nei centri Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e 1.782 nei centri di accoglienza straordinaria: a questi si aggiungono 4.000 o più persone per lo più interessate a trasferirsi in altri Paesi europei. A Roma, conclude il Centro Idos, servirebbero quasi 3.000 posti in più.
Francesca Biliotti