Sarà l’autopsia, disposta dal commissario della legge Simon Luca Morsiani e prevista probabilmente martedì, a dissipare, forse, alcune delle ombre calate sulla morte improvvisa di William Righi. Doveva essere una mattinata di allegria: sole, musica, un bagno in piscina dopo una notte trascorsa in discoteca. Invece per William quel tuffo si è rivelato l’ultimo. Prima il malore, poi l’inutile corsa in ospedale, infine la morte che ha gettato nella disperazione amici e familiari. Ora si vuole fare chiarezza, ma la vicenda presenta parecchi punti oscuri. Quel che è certo è che dal momento dell’accaduto sono state ascoltate dalla Gendarmeria, fino alle prime ore dell’alba, alla presenza dello stesso giudice Morsiani, diverse persone in qualità di testimoni: non solo i giovani che erano in compagnia del 28enne pr del Cocoricò nella villa dei gemelli Tabarrini, ma anche altri amici, del posto e non, chiamati in causa per capire come siano andate esattamente le cose. Insomma, si tenta di scavare anche nella vita privata del giovane. Sarebbero, inoltre, stati eseguiti controlli nell’abitazione del sammarinese a Serravalle, in Via Giuseppe Angeli, alla ricerca, pare, di sostanze stupefacenti. Verifiche che non si esclude abbiano avuto esito positivo. Proprio lì i ragazzi avevano fatto tappa prima di recarsi a Fiorentino. Intanto, su Facebook pesano come un macigno le parole pubblicate dal fratello: col cuore infranto lancia un messaggio agli amici di William ma anche a chi lo conosceva appena e li invita a lasciar stare alcol e droga. “La vita è bella - scrive - non vale una serata di sballo, perché potrebbe essere la vostra ultima serata!”
Silvia Pelliccioni
Silvia Pelliccioni
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