In principio si chiamavano addirittura radio pirata e trasmettevano da navi ancorate in acque internazionali. La più celebre, Radio Caroline, era inglese e non è un caso che sia diventata il soggetto di un film di culto come "I Love Radio Rock". Radio Caroline spezzò il monopolio della Bbc e cominciò nel 1964 a trasmettere il rock, diventando un simbolo di libertà anche in conseguenza della guerra legale che le fecero le istituzioni di Sua Maestà. In Italia le cose in un certo senso furono più facili perché nel 1974 fu la Corte Costituzionale a sancire che il monopolio delle trasmissioni radiofoniche della Rai era incostituzionale. Fu l'inizio di quelle che allora si chiamavano Radio Libere: nel giro di pochi anni diventeranno migliaia, su tutto il territorio nazionale. L'unica vera restrizione era che le trasmissioni fossero in ambito locale. Bastavano pochi soldi per mettere in piedi una radio e l'occasione fu colta al volo. Nella storia recente, prima di Internet, è difficile trovare un evento paragonabile sul piano della diffusione della libertà creativa e di nuovi linguaggi della comunicazione. Con gli anni poi anche le radio libere si strutturarono fino ad arrivare all'attuale forma di network commerciali che dominano il mercato. Non per niente l'aggettivo "libere" fu sostituito da "private". Ovviamente in principio fu la musica a sostenere quasi completamente i palinsesti, finalmente riempiti di brani e artisti che trovavano poco spazio nella radio della Rai. Presto comincerà anche quel rapporto diretto con il pubblico che è diventato un elemento chiave della programmazione. Quello della radio libere resta un periodo formidabile e irripetibile, raccontato con affetto e intelligenza da Luciano Ligabue in "Radiofreccia". Ma quella che racconta Ligabue è solo una parte della storia perchè nel panorama variegatissimo di emittenti c'era davvero di tutto e dunque non potevano mancare la politica e la controcultura. Anzi proprio la politica faceva da collante per esperienze come Radio Popolare a Milano, Radio Città Futura a Roma o la storica Radio Alice, l'emittente di Bologna che diventò la voce del Movimento fino alla chiusura traumatica con l'irruzione della Polizia. Anche la storia di Radio Alice è diventata un film, "Lavorare con lentezza" di Guido Chiesa. E' quasi superfluo sottolineare l'importanza che la nascita delle radio libere ha avuto per la cultura italiana e per l'evoluzione del linguaggio dei media, al di là del fatto che proprio queste radio sono state una palestra di talenti e, in certi casi, veri e propri laboratori di intelligenza e creatività. Senza contare che le trasmissioni in stereofonia sono cominciate proprio dalle radio libere. Anche in quel caso le radio di stato si sono dovute adeguare.
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