Nel Canton Ticino parte la campagna xenofoba contro i frontalieri, accusati di rubare il lavoro ai residenti

La Svizzera? Un grosso formaggio, sul quale si avventano tre topi: uno con la mascherina da Banda Bassotti, il classico criminale. Un altro che si copre con uno scudo che respinge un franco svizzero sul quale sono raffigurati tre monti: il riferimento è lampante, e chissà cosa direbbe il ministro dell’Economia italiano se sapesse non solo di essere stato dipinto come un topo, ma addirittura con un simbolo che, oltre a richiamare il suo nome, è anche une effigie inequivocabilmente sammarinese. Il terzo topo è un piastrellista che mangia avido. E’ la triade scelta per la nuova campagna pubblicitaria, che per ironia della sorte è stata studiata da un pubblicitario figlio di immigrati calabresi, e che si scaglia contro i 45mila frontalieri italiani che ogni giorno varcano il confine per lavoro. Il mandante della campagna pubblicitaria xenofoba resta nascosto, i politici di destra negano la paternità ma sposano comunque gli slogan. C’è anche un sito, balairatt.ch, che dice senza mezzi termini no all’invasione del frontalierato, no alla crescente criminalità d’importazione, no alla fiscalità opprimente. La polemica già divampa, a Montecitorio il Parlamento sollecita il governo a prendere posizione. E a San Marino, attecchirebbe mai una campagna con toni simili? Nel video l'intervista a Carlo Giorgi (Segretario Anis)

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