Non sono pochi i problemi da affrontare per la piccola realtà di Nicosia, nel cuore montuoso della Sicilia: già arrivare dall’aeroporto di Catania, con le strade dissestate che d’inverno si ricoprono di fango per oltre un metro d’altezza, diventando impraticabili, è un’impresa. Ai problemi consueti ora si aggiunge la paventata chiusura del locale tribunale, finito nella scure del ministro per la Giustizia Severino. L’intera comunità si è mobilitata: scioperi della fame, proteste, occupazione del tribunale che per Nicosia vuol dire anche indotto, visibilità. E l’accorpamento con Enna significherebbe affrontare un viaggio della speranza anche solo per visionare un fascicolo. La macchina della giustizia, dicono, subirebbe enormi rallentamenti, invece di progredire. Eppure, nonostante i problemi, Nicosia ha voluto parlare di riciclaggio, e dei rischi per i professionisti in caso di inosservanza della normativa. D’altra parte per alcuni aspetti è una località all’avanguardia: basti pensare che al comando della locale tenenza della Finanza c’è una giovanissima donna, di appena 26 anni. L’Ordine degli avvocati, in collaborazione con Utet Giuridica, ha così organizzato un convegno formativo, col procuratore capo di Nicosia Fabio Scavone, il tenente colonnello della polizia tributaria della Finanza di Reggio Calabria Domenico Napolitano e l’avvocato reggino Pier Paolo Emanuele. Inevitabile il coinvolgimento di San Marino, agli onori delle cronache per le operazioni “Decollo Money” e “Staffa”, imperniate sul riciclaggio di denaro sporco, senza contare la malavita organizzata, insinuata nel sistema economico. Nicosia ha dimostrato che, nonostante le difficoltà, informare è indispensabile, e non bisogna dimenticarlo.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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