La Nike di Samotracia "non è in pericolo", ma ha indubbiamente "bisogno di una ripulita": dopo la Sant'Anna di Leonardo da Vinci, il museo del Louvre annuncia l'avvio in settembre del restauro di una delle sue sculture più celebri e visitate assieme alla Venere di Milo. I visitatori del Louvre potranno seguire l'avanzamento dei lavori durante il restauro che durerà circa un anno: una volta al mese la parete di vetro della speciale cabina che verrà costruita nella sala dei Sept Cheminees - dove verrà temporaneamente spostata la Nike - sarà scoperta e la squadra di restauratori presenterà il progetto al pubblico. Il budget dell'operazione è di 3 milioni di euro, finanziati in gran parte dagli sponsor (Nippon television holdings, Fimalac e Bank of America Merril Lynch). Il restauro sarà anche l'occasione per fare il punto sullo stato di conservazione dell'opera, oltre che per reintegrare alcuni suoi frammenti ritrovati nell'ultimo secolo e per ricostruire, grazie all'analisi scientifica e alle rilevazioni delle varie parti in tre dimensioni al computer, la sua storia e la location. "L'ultimo restauro importante della Nike risale a oltre un secolo fa - spiega all'ANSA Jean-Luc Martinez, direttore del dipartimento di Antichità greche, etrusche e romane del Louvre -. Venne effettuato tra il 1880 e il 1884. In quell'occasione furono ricostruite in gesso l'ala destra e il seno sinistro e venne creata un'armatura metallica per tenere assieme i frammenti dell'ala sinistra". "Oggi - prosegue il conservatore - il nostro ruolo è verificare la stabilità di questi restauri antichi: se il gesso tiene ancora, così come l'armatura metallica dell'ala e il supporto che sta dietro la statua". E assicura: "La Nike non è in pericolo. E' solo molto sporca". Il pregiato marmo bianco di Paro in cui fu scolpita si è infatti scurito nel tempo. Inoltre la statua, alta oltre cinque metri, poggia su 17 blocchi di marmo che formano la prua del vascello e si erge su uno zoccolo formato da sei lastre: l'insieme è tenuto insieme da un cavalletto e da una base di cemento - aggiunti ai piedi della scultura nel 1934 per accentuare l'effetto di slancio - che presentano numerose crepe. "Questo blocco di cemento che ripone su basi metalliche verrà probabilmente rimosso e sostituito da qualcosa di più sicuro - spiega Martinez -. Sarà nominata una commissione di esperti internazionale che da quest'estate ci accompagnerà nel restauro del monumento e valuterà il progetto. L'idea iniziale é di mantenere l'ala destra e il seno ricostruiti in gesso, anche perché ormai questa è l'immagine mondiale che si ha della Nike. Non aggiungeremo braccia e testa. Tuttavia abbiamo alcuni frammenti dell'ala e proveremo a ricostituirne la posizione esatta al computer". Grazie alle analisi scientifiche già intraprese dai ricercatori del Louvre si è inoltre scoperto che la superficie della scultura non presenta alterazioni dovute alla pioggia o alla neve ed era quindi probabilmente situata in origine in un luogo coperto. La storia rocambolesca di questa scultura, dal suo ritrovamento nel 1863 da parte di Charles Champoiseau, un ex console francese con il pallino dell'archeologia, a Samotracia, un'isola greca del mar Egeo, continua ad appassionare i ricercatori. La statua rappresenta la giovane dea alata, figlia di Zeus, che porta l'annuncio delle vittorie militari, mentre si posa sulla prua di una nave da battaglia. Attribuita a Pitocrito, venne scolpita a Rodi, in epoca ellenistica, tra il 200 e 180 a.C.: rappresentava forse un'offerta commemorativa al santuario dei Grandi Dei, i Cabiri, per una vittoria navale (un'ipotesi vuole che si tratti di quella ottenuta dai rodi nel 190 a.C. nella battaglia di Side sulla flotta fenicia al servizio del re di Siria Antioco III). Ma c'é anche la possibilità che sia una copia di una scultura di epoca classica, con una datazione più alta, all'inizio del III secolo avanti Cristo.
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