Non tollerava che lei l'avesse lasciato così ha iniziato a ossessionarla
Cambiano i nomi, la nazionalità, ma il copione è sempre lo stesso: lui viene lasciato, non si rassegna e comincia a pedinare, telefonare, minacciare. Dopo gli insulti, spesso arriva la violenza. Lo stalking passa attraverso una parola: perseguitare. A volte l’epilogo è tragico. La cronaca abbonda di storie di ossessione scaturite in follia omicida. Ma da quando questo nuovo termine inglese è entrato a far parte del lessico comune e soprattutto del codice penale, la denuncia ha salvato la vita di molte donne. Ogni giorno decine e decine di casi. L’ultimo a Cesena, dove un autotrasportatore bulgaro di 31 anni è stato arrestato dai carabinieri di Gambettola per atti persecutori nei confronti della sua ex convivente, di lesioni, sequestro di persona, violenza privata e molestie. La custodia cautelare è stata richiesta dal pm Fabio Di Vizio, noto a San Marino per essere titolare dell’inchiesta Varano. L’ennesimo incubo nato da una storia d’amore e finita in ossessione. Un incubo alimentato da pedinamenti e messaggi ingiuriosi sul cellulare. Ma non via mail. Secondo una recente sentenza della cassazione, infatti, la posta elettronica “turba'' meno la privacy, e quindi gli insulti via web non costituiscono ''molestia''. Insomma, le offese non sono tutte uguali; pare proprio che siano i mezzi di comunicazione a renderle più o meno "criminali".
Monica Fabbri
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