Le nuove dipendenze colpiscono anche il Titano
Il caso dell’artigiano 43enne che domenica si è tolto la vita a Pesaro dopo essersi indebitato giocando al videopoker, ha riacceso i riflettori su questa malattia. San Marino, prendendo spunto dalla Svizzera, è l’unica realtà in Italia ad aver attivato un’azione di tutela nei confronti del giocatore a rischio, offrendo nella sala Bingo di Rovereta uno sportello con specialisti.
L’associazione “Il Rosso e il Nero” si è costituita a maggio e si occupa per lo più di prevenzione. Tra le iniziative messe in campo: un corso di formazione dei dipendenti della sala da gioco per riconoscere, avvicinare, e indirizzare il giocatore problematico allo sportello. Gli psicologi possono quindi fargli firmare un foglio di autoesclusione per evitargli di rientrare nella sala.
Il fenomeno della dipendenza a San Marino riguarda circa il 2% della popolazione. Tra i giocatori abituali la patologia oscilla intorno al 7%. Il presidente del Rosso e il Nero, Roberto Sailis spiega che l’associazione sta seguendo anche qualche sammarinese. Numerose le richieste d’aiuto, soprattutto dal circondario. A chiamare in alcuni casi amici o parenti del giocatore. La dipendenza dal gioco d'azzardo è una malattia cronica, che necessita pertanto di un intervento terapeutico strutturato. Chi ne è colpito mette tutto in secondo piano e diventa schiavo del gioco e come fosse una droga, sente l’esigenza di aumentarne il dosaggio. Roberto Sailis consiglia alla famiglia di un giocatore patologico di chiedere subito aiuto a strutture specializzate, perché la tendenza di una persona dipendente è quella di negare o minimizzare il problema.
“La patologia – spiega - rende chi ne è colpito ambiguo, bugiardo e manipolativo soprattutto con chi gli sta vicino”.