Nuove frontiere della truffa online: le finte denunce per pedopornografia online
Un universo, quello delle truffe online, sempre più vasto e multiforme. Secondo l'Fbi quest'anno hanno già causato danni per oltre 10 miliardi. Si va da quelle che fanno leva sugli affetti alla promessa trappola di affari convenienti. Di mezzo ci sono sempre i soldi. Oltre all'e-commerce, di solito le truffe viaggiano attraverso email di phishing e sms. Ogni fronte della nostra vita a contatto con la rete ha la sua truffa. Il brutto è che siamo noi, il più delle volte, a fornire i dati segreti con i quali ci «ripuliscono». Occhio dunque agli ultimi trend: offerte di lavoro allettanti ma false, messaggi da presunti figli, avvisi di bancomat bloccati o addebiti da Paypal. Mai schiacciare sui link correlati e fornire dati della carta o comunque sensibili.
La nostra banca non ci chiederà mai di fare un'operazione tramite messaggio. Da qualche anno, poi, in vari Paesi gira una nuova truffa: arriva un'email che pare inviata dalla autorità giudiziaria o dalla polizia. Con le tecniche di spoofing viene modificato l'indirizzo di posta elettronica, che diventa identico a quelli istituzionali. Il contenuto è agghiacciante: si parla di un procedimento penale a carico del destinatario per reati di pedopornografia online. E la vittima viene invitata a pagare una sanzione salatissima per evitare guai peggiori. In questo caso, come in altri, un campanello d'allarme è la scarsa formalità e proprietà linguistica del testo.
Ma ancora oggi ogni tanto, purtroppo, qualcuno ci casca. Aveva fatto notizia a maggio il caso di un cittadino italiano residente in Cina che aveva sborsato 117.500 euro in varie rate. La raccomandazione – ricorda la Polizia – è di non rispondere alla mail, cancellandola, e di non aprire gli allegati.
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