Rimanere in un limbo, senza la possibilità di portare avanti progetti di vita, come un'adozione o l'accesso a un mutuo: è la condizione in cui, spesso, si trovano le persone guarite dal cancro. Hanno sconfitto la malattia, ma sono costrette a una serie di limitazioni o a dichiarare la propria storia clinica a enti e organizzazioni. Per questo sempre più Paesi stanno introducendo il cosiddetto “oblio oncologico”, ultima l'Italia che pochi giorni fa ha dato l'ok definitivo alla legge.
A San Marino il Comitato di Bioetica ha di recente presentato un documento dedicato alla questione e, dopo l'approvazione della norma in Italia, torna a sensibilizzare l'opinione pubblica. "Sebbene siano guarite dal cancro - afferma Luisa Maria Borgia, presidente del Comitato - sono ancora soggette a discriminazioni nell'accesso ad alcuni servizi sociali e finanziari. Il messaggio è far sì che i diritti di queste persone siano tutelati e che abbiano lo stesso accesso delle persone guarite da altre malattie. Il Comitato non ha la funzione di fare proposte di legge. Il suo ruolo è esprimere pareri bioetici e indicare linee guida a tutela dei diritti umani. E' poi facoltà della collettività e delle istituzioni competenti decidere se accogliere o meno tali riflessioni. La nostra è un'attività di sensibilizzazione. Abbiamo riscontrato un sincero interesse da parte della società sammarinese: civile, scientifica e politica. L'Europa ha chiesto agli Stati membri di normare l'oblio oncologico entro il 2025. Siamo fiduciosi che anche San Marino potrà inserirsi in questo processo di armonizzazione europea, anche in vista dei passaggi per l'associazione all'Ue".
Nel servizio l'intervista a Luisa Maria Borgia (presidente Comitato sammarinese di bioetica)