Oggi si celebra nel mondo la 63° giornata dei diritti umani
“I diritti umani appartengono a ciascuno di noi senza eccezioni. Ma se non li conosciamo, se non pretendiamo che vengano rispettati e se non difendiamo il nostro diritto e quello degli altri ad esercitarli rimarranno solo parole vuote in un documento scritto decine di anni fa”. Come sempre marcato l’invito alla riflessione del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon per la Giornata mondiale dei diritti umani. Ma con una consapevolezza in più. Questo è stato più che mai l’anno del risveglio delle coscienze. Un anno straordinario per i diritti umani, che sono diventati contagiosi. Dalla Tunisia all’Egitto, dalla Libia allo Yemen, fino alle vicende siriane dove tuttora si muore per la libertà, la primavera araba è esplosa con forza dirompente. Più tardi - anche se in un contesto molto diverso – il vento della ribellione ha raggiunto l’Occidente: a Madrid, Londra, Santiago, New York e altrove, milioni di persone indignate di tutti i ceti sociali si sono mobilitate in nome dell’equità. “Hanno rispolverato la promessa della Dichiarazione Universale dei diritti umani e chiesto di essere liberi “dalla paura e dal bisogno”. Fondamentale per questo inaspettato risveglio globale, il nuovo ruolo dei social network grazie ai quali i governi non possono più monopolizzare la diffusione dell’informazione e censurare. “Le ragioni di soddisfazione sono tante - sottolinea l’Alto Commissario ONU per i diritti, Navi Pillay - anche se dobbiamo piangere la vita di molti”. Senza dimenticare i popoli ancora condannati alla fame e alla povertà, in questo “straordinario 2011”.
Silvia Pelliccioni
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