Olanda al voto nel mezzo della crisi con la Turchia
Quasi 13 milioni di elettori sono chiamati alle urne oggi, in Olanda, per le legislative. Un voto molto atteso anche a Bruxelles: dopo la Brexit, infatti, l'UE potrebbe subire un secondo duro scossone, in caso di affermazione del Partito per la Libertà dell'euroscettico Geert Wilders; che da un lato propone una ricetta ultraliberista in economia, dall'altro invoca misure restrittive sull'immigrazione e la cultura islamica. I sondaggi – tuttavia – danno in leggero vantaggio il premier uscente: il conservatore Mark Rutte, alla ricerca del terzo mandato. Proprio quest'ultimo, di recente, è stato protagonista di un duro scontro diplomatico con Erdogan, che pretendeva che i suoi ministri si recassero in Olanda ad arringare senza contraddittorio la minoranza turca, a favore di una modifica costituzionale che trasformerebbe la Turchia in una Repubblica presidenziale. Secondo gli analisti, se anche Wilders vincesse, non diventerebbe primo ministro, perché nessun altro partito è disposto a governare con lui. Ma politicamente, per l'UE, si tratterebbe di una nuova sconfitta, in vista delle decisive elezioni in Francia
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