Una sfinge, è stata l’ultima a entrare nella camera da letto. Il figlio dell'anziana uccisa in casa sua dieci giorni fa racconta la reazione di Amina Tourabe al ritrovamento del cadavere. I sospetti si addensano su di lei da giorni ed è arrivata la confessione davanti al gip Luisa Del Bianco. Omicidio a scopo di rapina per l'accusa. Gli inquirenti subito avevano ristretto il cerchio dei sospettati a persone ben conosciute dalla vittima, che mai avrebbe aperto in piena notte a un estraneo. Ci sono forti elementi a suo carico. Tra questi le interecettazioni in cui la donna diceva di aver lasciato le impronte dappertutto in casa dell'anziana e gli averi ritrovati in un sacco gettato in un cassonetto. Amina aveva chiesto alla nuora di sbarazzarsene. Secondo le prime indiscrezioni, l'indagata avrebbe fatto dichiarazioni cercando di driblare la premeditazione.
Sarebbe entrata in casa Urbini in serata con lo scopo di chiedere un prestito di duecento euro. Il rifiuto di Wally avrebbe scatenato un litigio finito in tragedia. Un omicidio consumato per pochi spiccioli e per degli abiti da portare in Marocco. Infatti, a detta degli inquirenti, la donna aveva smania di ostentare benessere in patria. Sembra che la donna soffrisse di una depressione definita come "acuta". Questo l'aveva portata a perdere il lavoro come badante: era molto conosciuta tra gli anziani della città.
Valentina Antonioli
Sarebbe entrata in casa Urbini in serata con lo scopo di chiedere un prestito di duecento euro. Il rifiuto di Wally avrebbe scatenato un litigio finito in tragedia. Un omicidio consumato per pochi spiccioli e per degli abiti da portare in Marocco. Infatti, a detta degli inquirenti, la donna aveva smania di ostentare benessere in patria. Sembra che la donna soffrisse di una depressione definita come "acuta". Questo l'aveva portata a perdere il lavoro come badante: era molto conosciuta tra gli anziani della città.
Valentina Antonioli
Riproduzione riservata ©