E' salito sul palco poche ore dopo Obama, Hasan Rohani, e proprio a lui si è rivolto aprendo uno spiraglio di dialogo, specie sul programma nucleare di Teheran. “E' volto esclusivamente ad usi pacifici” - ha ribadito ancora una volta. “Spero che gli Stati Uniti – ha poi aggiunto - non tengano conto solo degli interessi dei gruppi di pressione”. E sulla Siria ha sottolineato come sia insensato e pericoloso fornire armi ed intelligence ai fanatici religiosi che combattono Assad. Speech diverso più nella forma, che nella sostanza, rispetto a quelli del suo predecessore Ahmadinejad. Il segnale di distensione è comunque arrivato, e se è saltato il faccia a faccia con Obama c'è stato comunque quello con Hollande. Ed ora si attende l'incontro bilaterale con il presidente del Consiglio italiano Enrico Letta. "L'incontro che avrò con il presidente iraniano – ha detto il Premier - ha una grande importanza: c'è una grande curiosità nei confronti della leadership di Teheran ma anche una grande cautela sui possibili sviluppi futuri". E anche il Titano è intenzionato a dare il proprio contributo per una normalizzazione dei rapporti internazionali. Venerdì, nella sessione pomeridiana, l'intervento del segretario di Stato Pasquale Valentini dal palco dell'Assemblea Generale. Sarà il sesto a prendere la parola.
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