Il 40% della popolazione mondiale, un miliardo e 400 milioni di persone, distribuite in 80 paesi, può contare su meno di 3 litri di acqua al giorno per persona.
Il problema della disponibilità, della gestione e della distribuzione di acqua è all’origine di scontri sociali in molte parti del mondo, dall’India alla Bolivia, dalla Cina all’Africa al Medio Oriente.
I cambiamenti climatici in corso acuiscono la gravità della situazione.
Ed è proprio per invitare a riflettere su questo problema che le Nazioni Unite hanno proclamato la "Giornata Mondiale dell’Acqua".
L’Italia, che sarà sempre più interessata da un clima "africano", dovrà sicuramente fare i conti con le riserve d’acqua disponibili.
In questo senso però il quadro attuale non è confortante: gli italiani sono spreconi, tanta acqua viene letteralmente persa per strada, a causa di una rete colabrodo che fa svanire circa il 40% del liquido trasportato. Inoltre con circa 740 metri cubi l’anno per abitante, l’Italia è ai vertici europei nella classifica di prelievo idrico per abitante.
Ma se gli italiani sono degli scialacquatori che dire dei sammarinesi che hanno un consumo pro-capite di 400 litri di acqua al giorno a fronte di una media europea che si attesta sui 180 litri quotidiani.
Un consumo astronomico, che nulla ha a che fare con l’uso industriale – nei fine settimana a fabbriche chiuse il numero di litri erogati scende di poco – e che, secondo l’azienda di stato per i servizi, ha molto a che fare con l’irrigazione di prati e giardini e con il ricambio di acqua nelle piscine.
Insomma siamo un popolo di “paperoni” che utilizza l’acqua potabile per farne un uso non corretto, tanto la bolletta non è scaglionata sui consumi e un litro d’acqua costa sempre la stessa cifra anche se si raggiunge quota 400.
Il problema della disponibilità, della gestione e della distribuzione di acqua è all’origine di scontri sociali in molte parti del mondo, dall’India alla Bolivia, dalla Cina all’Africa al Medio Oriente.
I cambiamenti climatici in corso acuiscono la gravità della situazione.
Ed è proprio per invitare a riflettere su questo problema che le Nazioni Unite hanno proclamato la "Giornata Mondiale dell’Acqua".
L’Italia, che sarà sempre più interessata da un clima "africano", dovrà sicuramente fare i conti con le riserve d’acqua disponibili.
In questo senso però il quadro attuale non è confortante: gli italiani sono spreconi, tanta acqua viene letteralmente persa per strada, a causa di una rete colabrodo che fa svanire circa il 40% del liquido trasportato. Inoltre con circa 740 metri cubi l’anno per abitante, l’Italia è ai vertici europei nella classifica di prelievo idrico per abitante.
Ma se gli italiani sono degli scialacquatori che dire dei sammarinesi che hanno un consumo pro-capite di 400 litri di acqua al giorno a fronte di una media europea che si attesta sui 180 litri quotidiani.
Un consumo astronomico, che nulla ha a che fare con l’uso industriale – nei fine settimana a fabbriche chiuse il numero di litri erogati scende di poco – e che, secondo l’azienda di stato per i servizi, ha molto a che fare con l’irrigazione di prati e giardini e con il ricambio di acqua nelle piscine.
Insomma siamo un popolo di “paperoni” che utilizza l’acqua potabile per farne un uso non corretto, tanto la bolletta non è scaglionata sui consumi e un litro d’acqua costa sempre la stessa cifra anche se si raggiunge quota 400.
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