L'ONU valuta se introdurre misure per i cibi "pericolosi" similari a quelle per il fumo. Gnassi: "Ma vogliamo scherzare?"
Secondo Gnassi fra gli alimenti penalizzati ci sarebbero "tra gli altri la pizza, il vino, i formaggi, il parmigiano reggiano, il prosciutto, l’olivo d’oliva, e così via". Preoccupazione anche altri prodotti come l’olivo extravergine Dop delle colline di Romagna (che si produce tra Valmarecchia e Valconca), che "sarebbe da ultra tassare e poi marchiare col bollino rosso di ‘pericolo’, così come il formaggio di fossa o il culatello di Zibello o il prosciutto di Modena, Parma e Carpegna e così via per i 44 prodotti doc e dop certificati dell’Emilia Romagna e le altre centinaia di prodotti della tradizione italiana a filiera controllata."
Misure che porterebberoi per Gnassi anche a "una perdita di 1,5 miliardi di esportazioni e di quasi 2 milioni di posti di lavoro, considerando una fetta di prosciutto o di formaggio di qualità nocivo come due pacchetti di sigarette!". Da qui l'impegno della Provincia di Rimini a sostenere le contromisure italiane verso la "direzione sbagliata che va prendendo l’ONU, ribadendo sulla base di innumerevoli ricerche mediche e sanitarie la salubrità e il benessere ‘provocati’ della dieta mediterranea". Gnassi conclude definendo le possibili misure "un torto alla ragione" che aprirebbero la strada ai sostituti chimici e agli additivi degli alimenti.
La dichiarazione integrale di Andrea Gnassi