Al voto oggi al consiglio di sicurezza dell’ONU la risoluzione sulle sanzioni all’Iran per il programma nucleare, sospettato di avere finalità militari. E’ la quarta in 4 anni, la più dura verso la repubblica islamica. 12 i paesi che dovrebbero votare a favore, mentre hanno annunciato astensione o voto contrario il Libano, la Turchia e il Brasile. Misure pesanti, che vanno dall’embargo per le armi pesanti, al blocco degli investimenti esteri, all’inasprimento del sistema di vigilanza sulle transazioni immateriali. E tre sono gli obiettivi: l’elite militare dei Guardiani della Rivoluzione; l’industria iraniana del trasporto marittimo; società che svolgono attività nucleari o balistiche, ma anche banche. La speranza di New York è spingere l’Iran a tornare ai negoziati, ma soprattutto dare un segnale di compattezza nella comunità internazionale. Negativa la risposta di Teheran: a ormai un anno dalle elezioni che lo hanno riconfermato presidente, Ahmadinejad fa sapere: “In caso di sanzioni, non ci sarà più alcun negoziato”.
Annamria Sirotti
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