Emergono nuovi particolari sul coinvolgimento della GE.FIN nell’inchiesta sulla maxi-truffa scoperta dalla Guardia di Finanza di Verona, che ha portato allo smantellamento di un’organizzazione specializzata nel riciclaggio e reimpiego di denaro e nell’esportazione di capitali all’estero. A capo della banda sarebbe un falso avvocato che avrebbe millantato nei confronti di imprenditori del veronese e italiani in generale, la possibilità di ottenere grossi finanziamenti a tassi bassissimi. Il faccendiere si sarebbe inoltre reso disponibile a movimentare il denaro dei clienti in Italia e all’estero, anche attraverso la diretta conoscenza di direttori di alcune fiduciarie sammarinesi e svizzere. E qui entra in gioco la finanziaria sammarinese. E’ la stessa Guardia di Finanza di Verona a diffondere i dettagli dell’operazione “Business Lawyer” e del coinvolgimento della GE.FIN tramite un comunicato. 'Priva delle autorizzazioni della Banca d’Italia e della CONSOB, la finanziaria – secondo le fiamme gialle - avrebbe costituito a Milano una vera e propria succursale dedita sia alla raccolta del risparmio, sia alla commercializzazione di prodotti finanziari non armonizzati. In particolare, la società sammarinese, in collaborazione con un vicedirettore di un istituto di credito veronese, avrebbe gestito un ufficio di rappresentanza nel capoluogo lombardo, dove in realtà venivano effettuate tutte le operazioni con i clienti “più delicati”, soggetti cioè coinvolti in indagini per concussione ed imprenditori. Quando la holding ne ha imposto la dismissione, l’ufficio sarebbe poi stato gestito da una società immobiliare controllata dalla stessa fiduciaria sammarinese tramite società con sedi in paradisi fiscali. Presso questi uffici operava in via esclusiva il funzionario di banca coinvolto, che tramite persone di fiducia provvedeva di fatto a reperire somme che venivano convogliate alla fiduciaria sammarinese. Operazioni che – puntualizza la Guardia di Finanza – avvenivano in aperta violazione alle disposizioni in materia bancaria e di salvaguardia del risparmio'. Dalle indagini emerge che a Milano, era stato creato un vero e proprio sportello bancario dove il vicedirettore coinvolto proponeva ai clienti la possibilità di investire i loro fondi in prodotti finanziari “non armonizzati”, gestiti da società con sedi fiscali alle Isole Vergini o Panama. Ulteriori attività della GE.FIN riguardavano, inoltre, il reinvestimento sul territorio italiano di ingenti capitali detenuti all’estero. Le indagini delle fiamme gialle sono tuttora in corso e finalizzate ad individuare altri soggetti collegati all’attività della GE.FIN.
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