San Marino sembra avere un ruolo marginale nel gigantesco giro d’affari scoperto dalla Procura di Reggio Calabria in collaborazione con la Dia, i Ros dei carabinieri di Roma e l’Ufficio Dogane. Due dei coinvolti, Angelo Boccardelli e Giorgio Hugo Balestrieri, risultavano ad un indirizzo di Domagnano, via Radolfo da Castiglione, dove aveva sede la Fondazione Giacomo Maria Ugolini, ente di diritto sammarinese di cui Balestrieri era presidente e Boccardelli presidente emerito. Quest’ultimo era uomo di fiducia dell’ambasciatore Ugolini, morto nel 2006. La segreteria agli Esteri ha però precisato che Boccardelli non è più residente a San Marino, dal maggio 2009: la residenza gli è stata revocata. Balestrieri, invece, non ha mai avuto la residenza in Repubblica. In manette, nell’operazione “Maestro”, com’è stata battezzata, sono finite 26 persone, il 27esimo risulta irreperibile. Si trattava di import dalla Cina di capi d’abbigliamento contraffatti: circa 10mila container all’anno, per un valore di svariate decine di milioni di euro. Arrestati anche due funzionari della Dogana di Gioia Tauro, il porto calabrese dove la mafia cinese stava pensando di trasferire il cuore dei suoi traffici per l’Europa.
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