Operazione 'Rudolph': aggiornamenti

Operazione 'Rudolph': aggiornamenti.
Salgono a 9 le persone in carcere a Forlì, nell’ambito dell’indagine della magistratura per presunte, colossali operazioni illegali, nello smaltimento dei rifiuti. Si è infatti presentato ai carabinieri Raffaele Laghi che assieme al fratello maggiore e al padre, dirige la ditta “Laghi Giacomo e Figli” coinvolta nell’inchiesta. Anche nel suo caso le ipotesi di accusa vanno dall’associazione per delinquere alla truffa aggravata. Resta così da eseguire uno solo dei 12 ordini di carcerazione preventiva emessi dalla magistratura forlivese che, secondo quanto è trapelato a Palazzo di Giustizia, avrebbe già durante il fine settimana, cominciato i primi interrogatori di garanzia delle persone in carcere o agli arresti domiciliari. Nell’indagine, iniziata nel marzo del 2003, sono coinvolti imprenditori e funzionari pubblici della Provincia e dell’unità sanitaria locale di Forlì. Sarebbe inoltre stato accertato che i componenti della ditta incaricata del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, in concorso con i funzionari dell’Usl, avrebbero truffato per anni l’azienda sanitaria mediante la fatturazione di operazioni inesistenti e attraverso la falsificazione di documenti. Avrebbero anche turbato la gara d’asta, indetta nel 2000, per aggiudicarsi l’appalto per lo smaltimento. Inoltre, con l’avvallo di un dipendente di Trenitalia spa di Rimini, avrebbero ottenuto notizie utili per garantirsi la gara d’appalto di quest’anno. Infine avrebbero monopolizzato a Forlì, assieme ad un’altra ditta operante nello stesso settore, il mercato dello smaltimento rifiuti, assicurandosi – in esclusiva – appalti indetti da aziende private e pubbliche amministrazioni. L’attività investigativa dei carabinieri ha anche scoperto che alcuni dipendenti della Provincia si sarebbero resi responsabili di numerosi reati fino a spingersi, da parte di un dirigente, a quello più grave di corruzione. Ma la cosa ancor più preoccupante, che l’indagine ha portato alla luce, è lo smaltimento di fanghi pericolosi nei terreni agricoli, per circa 4 mila tonnellate, con seri rischi di inquinamento dei terreni, contaminazione delle acque e delle coltivazioni.

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