Operazione Staffa: la magistratura di Napoli non ha elementi che colleghino i Vallefuoco e la politica sammarinese
Le indagini proseguono a pieno ritmo e l’attenzione su San Marino resta alta. Da Napoli il sostituto procuratore della Repubblica, Alessandro Pennasilico, conferma l’impegno a chiarire una serie di passaggi che vedono coinvolta la Repubblica di San Marino ma si trincera dietro il segreto istruttorio. “La vicenda è troppo delicata – ci dice nel corso di una conversazione telefonica – non mi è possibile rilasciare alcuna dichiarazione se non quelle contenute nelle nostre note ufficiali”. Riserbo comprensibile che cerchiamo comunque di violare ma il magistrato napoletano è irremovibile. Sui presunti contatti di Vallefuoco con gruppi politici o singoli esponenti si limita a confermare quanto già dichiarato: “Al momento non abbiamo elementi per attribuire pressioni dirette”. Saranno le indagini a svelare, eventualmente, collegamenti e rapporti. Il sostituto procuratore si limita a ribadire che Vallefuoco e compari auspicavano che il gruppo politico di riferimento dell’avvocato Livio Bacciocchi non fosse ostacolato. Del resto – ci spiega – questo è il metodo che le mafie adottano in ogni situazione. Individuano partiti politici o singoli esponenti che possano tornare utili alla loro causa e quando trovano disponibilità li eleggono a referenti”. Dalle prime informazioni non ci sono elementi per ritenere sia successa la stessa cosa a San Marino, “al momento manca – dice il sostituto procuratore Pennasilico – l’elemento della complicità”. Gli approfondimenti, gli interrogatori, il raffronto delle informazioni ottenute, aiuteranno a capire qualcosa di più.
Sergio Barducci
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