Padre Marcellino dal Congo: 100 ribelli morti, ma quale il tributo di sangue fra i civili?

Le notizie sono frammentarie, le informazioni arrivano soprattutto dalle antenne straniere anche lì a Lubumbashi, nel Katanga, punto caldo del conflitto, insieme alla capitale Kinshasa e alla città di Kingu, più ad est. La missione di padre Marcellino resta materialmente al riparo dalla violenza del 30 dicembre - decine le vittime nel quartiere di residenza del governatore – ma si respira la paura: “Noi dalla nostra postazione – scrive Padre Marcellino - non abbiamo sentito nulla, nemmeno uno sparo, ma il nostro meccanico che era in città per cercare pezzi di ricambio è stato fermato e requisito da militari della guardia presidenziale che si sono fatti condurre nella zona dei disordini. Poi lo hanno lasciato andare. E quando è tornato aveva il cuore in gola”.
La paura e, per tutti, l'incertezza: di ufficiale arriva solo il numero delle vittime fra i ribelli, ma non è chiaro il perché della rivolta, “che cosa sia passato dietro le quinte”. “La verità non ci è data saperla. Forse un tentativo di sollevamento che si sperava diventasse generale, per rovesciare l'attuale presidente, il suo governo e i suoi potenti sostenitori. Si fa sapere agli ignari e agli ignoranti come noi, ma anche ai giornalisti e all'informazione internazionale, che si è trattato di un tentativo folle realizzato da un “pastore e profeta” di una setta religiosa già per due volte concorrente alla Presidenza, Mukungubila Mutombo. Sembra avesse molti seguaci a disposizione per l'impresa. Non so se avesse previsto che tanti cadaveri sarebbero rimasti per le strade. Cento e passa il numero delle vittime fra gli assalitori, ma la sorgente dell'informazione non determina quante altre vittime ci siano state fra i civili, trovatisi involontariamente nel posto sbagliato al momento sbagliato”.

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