Compagno inseparabile,soprattutto a tavola, il pane fa e racconta la storia. E’ uno dei prodotti simbolo dei cambiamenti socio-economici che hanno attraversato l'Italia dalla "rivolta del pane" nel 1898 si passa agli "anni del pane nero" durante la seconda guerra mondiale. Poi ancora il "pane speciale" che secondo una legge del 1967 poteva essere fatto solo con pochi e determinati ingredienti al pane "liberalizzato". Il 48% degli italiani lo identifica come simbolo di unità nazionale. La pasta perde così il suo primato con un misero 23%. 150 anni fa gli italiani ne facevano incetta mangiandone 1 kg a testa al giorno, alla modica cifra di 30 centesimi; oggi, con la mania di ridurre i carboidrati dalla dieta, se ne mangiano 120 grammi, al prezzo medio di 2,50 euro al kg. Ma restano saldi 4 italiani su 5 che non rinunciano alla pagnotta. Piccolo vezzo: il 57% lo preferisce artigianale e la scelta è vasta. Sono infatti 300 i tipi presenti in Italia con le 5 eccellenze: il pane di Altamura, la pagnotta di Enna, la coppia ferrarese e il pane casereccio di Genzano.
Valentina Antonioli
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