Il Papa in Africa dal 25 novembre. "I livelli di allerta non cambiano", dicono dal Vaticano
Il capo della gendarmeria vaticana, Domenico Giani, partirà qualche giorno prima di Papa Francesco per effettuare i dovuti sopralluoghi.
"I livelli di allerta non cambiano, anche dopo Parigi - ha detto il portavoce Padre Lombardi - il Papa desidera fare questo viaggio con tutto il suo entusiasmo, noi da persone sagge monitoriamo bene la situazione ma i fatti di Parigi non modificano il messaggio di pace del pontefice, rivolto alla costruzione di ponti per il dialogo tra le persone, anche con credo differente".
Il segretario di Stato Parolin, ha spiegato, non parteciperà alla terza tappa del viaggio, dovendosi recare proprio nella capitale francese per la conferenza sul clima. Prima tappa del viaggio, l'incontro presidenziale in Kenya, a Nairobi, e la messa nel campus universitario. Sempre a Nairobi visiterà una baraccopoli, e un campo profughi a Bangui, Centrafrica, con duemila sfollati, in prevalenza cristiani. In Uganda invece l'incontro con catechisti e insegnanti, la benedizione della pietra angolare proveniente direttamente dal Sepolcro di San Francesco ad Assisi, della nuova chiesa che ricorderà la canonizzazione dei martiri cristiani ugandesi. A Bangui andrà anche alla moschea centrale per l'incontro coi musulmani, mentre nella cattedrale della città compirà un gesto molto forte e simbolico: aprirà la Porta Santa per una sorta di anticipo del Giubileo della Misericordia, che inizierà invece ufficialmente l'8 dicembre nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
Francesca Biliotti