Il Papa a Sarajevo: "Pellegrino di pace e dialogo"
“Mai più guerra”! E' il messaggio lanciato dal Papa a Sarajevo: definita da Bergoglio “Gerusalemme d'Europa”. “La guerra – ha detto - significa bambini, donne e anziani nei campi profughi; significa soprattutto tante vite spezzate". "Voi lo sapete bene, per averlo sperimentato proprio qui”. Visita di grande importanza, quella del Pontefice: a 18 anni da quella di Giovanni Paolo II, a 20 anni dagli accordi di Dayton, che posero fine al conflitto in Bosnia. Forte la presenza delle forze dell'ordine, per il rischio di attentati. Proprio alla vigilia della visita di Papa Francesco, l'ISIS ha diffuso un video nel quale un gruppo di jihadisti, a volto scoperto, preannunciano – parlando in slavo - “terrore contro i crociati”. Chiedono ai musulmani dei Balcani di piazzare esplosivi nelle auto e nelle case di coloro che chiamano “infedeli”, di avvelenarne il cibo e l'acqua. L'obiettivo è portare la bandiera nera del Califfato in Bosnia, Albania, Kosovo e Macedonia. La situazione – del resto – è inquietante: secondo fonti di stampa nei pressi di alcuni remoti villaggi della Bosnia sono stati allestiti campi di addestramento, da cui sarebbero partiti diversi volontari per la Siria. Lo scorso aprile – al grido di Allahu Akbar - è stata assaltata una stazione di Polizia a Zvornik, in Republika Srpska. Il rischio di destabilizzazione, per l'intera area, appare molto alto
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