Il progetto è ambizioso: svincolare le poste dalla pubblica amministrazione e rivedere i termini della convenzione con l’Italia, che risale al 1923 e che ormai impone troppi limiti. E’ del 21 marzo, annuncia il Segretario alle Finanze Stefano Macina, la comunicazione con cui Poste italiane accetta di rinegoziare la convenzione, in modo che un domani San Marino possa offrire tutti quei servizi finanziari oggi preclusi, come apertura di conti correnti, pagamento diretto di pensioni, adottare tariffe concorrenziali, e in sostanza fare concorrenza agli stessi istituti bancari. Intanto, spiega il direttore delle poste Rosa Zafferani, è partita l’informatizzazione degli uffici, in via sperimentale a Serravalle, Acquaviva, all’ufficio arrivi e partenze e alla direzione. La società Isis, oggi rappresentata dall’amministratore delegato Luigi Rossi, ha ideato un apposito software, costato 68.000 euro, più altri 81.500 per l’acquisto delle attrezzature. La gestione delle casse, ad esempio, sarà automatizzata, si abbandonano i conteggi manuali che tanti problemi hanno creato. Informatica sarà anche la tracciabilità dell’oggetto, grazie al codice a barre, che consentirà di ripercorrere facilmente tutti gli spostamenti dell’oggetto postale. Tutti i movimenti contabili saranno inseriti nel sistema, per essere sempre sotto controllo e visibili. L’obiettivo del governo, ha concluso il Segretario, non è quello di liberalizzare del tutto le poste, ma di renderle autonome sì, anche se rimarrà la struttura pubblica.
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