Pedini Amati: "Violenza contro le donne... fermiamola!"
Quando si parla di violenza contro le donne non se ne parla in realtà mai abbastanza, perché nel mondo, ma molto spesso, purtroppo, anche nel nostro territorio, questi reati vengono compiuti anche molto più vicino di quanto ognuno di noi si aspetti. Si perpetrano reati infami contro le donne, in particolare Stalking e Mobbing sui posti di lavoro, si continuano a consumare nel silenzio atti che calpestano i diritti fondamentali degli individui. La Legge del 2008 prevede norme già particolarmente stringenti contro tali reati, ma l’evoluzione degli Stati, come anche quello della Repubblica di San Marino, non possono e non devono abbassare la guardia nei confronti di questa ignobile ed infamante violenza, che in molti casi è diventata una vera e propria “ morte bianca “ per chi è costretto a viverla suo malgrado. La violenza così detta di genere, ma in particolare nei confronti del “gentil sesso”, è una pratica che lede la dignità umana della vittima, che lede i suoi diritti irrinunciabili e fondamentali, che consuma, ogni giorno che la stessa violenza passa nel silenzio, lo spirito e l’anima di chi la subisce. La firma della “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla Prevenzione e la Lotta contro la Violenza nei confronti delle Donne e la Violenza Domestica”, non è solo una firma doverosa da apporre da parte di un paese che si ritiene Democratico ed evoluto, come giustamente ha fatto notare Patrizia Busignani nel suo intervento, ma è anche e soprattutto una questione di “Civiltà”. La cosa più indecorosa per uno Stato Moderno a mio avviso, è che non metta tra i primi posti della propria agenda il costante impegno nel perseguire con decisione e tempestività tali iniziative, e quindi mi unisco al coro di quanti, anche da molto tempo, come Patrizia Busignani appunto, si battono per questa lodevole causa, chiedendo al nostro Stato di firmare quanto prima la così detta Convenzione di Istanbul in materia. FIRMIAMO E FERMIAMO LA VIOLENZA !
Comunicato stampa del Consigliere Federico Pedini Amati
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