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Pensioni, Csdl sul piede di guerra: "Così si spaventa la gente"

La Csdl boccia la bozza sulle pensioni e lo ribadisce a chiare lettere: “E' la vecchia proposta del Governo precedente”, accusa Enzo Merlini, che dice “no” a quota 103 a regime. “Così – attacca - si spaventa la gente, come si può solo pensare di mandare in pensione lavoratori a 63 anni con 49 di contributi?” “Metodo, consulenti e pensiero dominante non sono cambiati”, rincara la dose Elio Pozzi. Anche se la proposta non è definitiva, per la Csdl non andava proprio fatta. “Così – avverte Merlini - non si aiuta la contrattazione che, surreale, sembra debba essere fatta con i tecnici”. Torna l'appello ad intervenire su più fronti, con una visione organica e di prospettiva. Forti critiche anche all'idea di legare al pil il contributo dello Stato: il sindacato ne chiede invece l'aumento, obiettivo raggiungibile solo con un quadro completo delle riforme, da quella fiscale “che faccia contribuire in maniera equa tutti i cittadini alla messa in sicurezza del bilancio dello stato”, afferma Antonio Bacciocchi. Preoccupa, quindi, che agli incontri sulle pensioni continui a presentarsi il Segretario alla Sanità da solo.
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Giuliano Tamagnini punta poi il dito contro “l'aumento secco del 4% dei contributi dal 2022 al 2025. “Non è il momento – dice – per aggravare la retribuzione dei lavoratori” e “si destabilizzano – tuona Agostino d'Antonio - i rapporti con controparte politica ed industriali, oltretutto alla luce della scadenza di contratti molto importanti”. I lavoratori sono pronti a fare la loro parte – assicura - ma ricorda che queste cifre, inserite in un “aggiustamento della riforma previdenziale” non sono state condivise. “E' una brutta invasione di campo”. “Non c'è progetto paese, stiamo navigando a vista”, attacca Alfredo Zonzini. “Quando si è formata la maggioranza – aggiunge – nulla faceva presagire a pensioni lacrime sangue. I tecnici ci assicurano che c'è apertura ma – conclude - noi vogliamo parlare con la politica”.

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