Con il 2010 si ufficializza una sorta di piccola guerra fredda tra l’Ordine degli avvocati di Rimini e quello di San Marino. Per anni non c’erano stati problemi: i legali del Titano avevano seguito cause in Italia, domiciliandosi presso i colleghi d’oltreconfine; e viceversa. Una consuetudine, un rapporto di collaborazione mai contestato, che – in Repubblica – trovava fondamento nell’articolo 51 della disciplina della professione. La norma prevede che i legali non sammarinesi possono occasionalmente patrocinare sul Titano a condizione di reciprocità. E proprio questo requisito è venuto a mancare in seguito ad una decisione dello scorso aprile dell’Ordine di Rimini. In quell’occasione un avvocato sammarinese venne diffidato dal seguire una causa, in Italia, poiché cittadino di un Paese non appartenente all’Unione Europea. Seguirono telefonate, tra i rappresentanti dei 2 Ordini, richieste di chiarimento, ma senza esito. Reciprocità dunque. Dal primo gennaio gli avvocati sammarinesi non possono accettare domiciliazioni per nuove pratiche, mentre per le pratiche pendenti dovrà essere revocata la domiciliazione entro e non oltre il primo marzo: il mandato dovrà essere assunto in via esclusiva dal legale del Titano. Tutto ciò, naturalmente, in attesa di un confronto - e di un accordo - tra i due Ordini professionali, che potrebbe scongiurare possibili intoppi e rallentamenti nella trattazione delle cause.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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