Omicidio premeditato e rischio ergastolo. Questa l'estrema sintesi dell'attesa prima giornata di processo ad Oscar Pistorius, a Pretoria, pronunciata dal presidente del tribunale Desmond Nair.
“Ci amavamo alla follia. Non ho voluto ucciderla, lo affermo nella maniera più categorica possibile”. La dichiarazione dell'atleta olimpico e paralimpico riecheggia nell'aula del tribunale, che ha poi deciso di aggiornare a domani la seduta per decidere se Pistorius potrà usufruire o meno della libertà su cauzione, divenuta ormai effimera speranza in un caso che pareva già chiuso prima di essere aperto. La ricostruzione della vicenda, in cui si configura – secondo dichiarazioni dell'atleta – anche la mazza da cricket, è semplice per quanto cruda. Pistorius si è alzato dal letto, indossando le sue protesi per poi camminare sette metri prima di esplodere i quattro colpi verso la porta a vetri del bagno, dove – secondo l'atleta – c'era la sagoma di un intruso. “Ho sparato pensando ad un ladro, credevo che Reeva fosse a letto”.
“Ma perchè un ladro avrebbe dovuto chiudersi in bagno?” Il più semplice dei dubbi sollevato dal pm Nel Garrie, che ha confermato il capo d'accusa di omicidio premeditato, sembra poter minare le fondamenta di qualsiasi tesi difensiva. Se si viene a sapere poi che in gennaio Pistorius aveva fatto domanda per sei licenze, ognuna delle quali relativa ad un arma di grosso calibro tra fucili, carabine e pistole, la situazione si complica ulteriormente.
“Quando mi sono accorto che si trattava di Reeva, ho sfondato la porta di vetro con la mazza da cricket per soccorrerla” - prosegue Pistorius, in un'iperbolica descrizione della vicenda.
Si proseguiràdomani, ore otto italiane. A questo punto sembra impossibile, salvo colpi di scena, che a Pistorius venga concessa la libertà su cauzione, come chiesto dalla difesa. Tutt'altro: la prigione a vita sembra una soluzione decisamente percorribile. Secondo i giornalisti che seguono il processo, il giudice potrà decidere in un secondo tempo di modificare i termini dell'accusa, se emergeranno nuove prove a favore dell'ex campione.
Intanto in contemporanea a Port Elizabeth, i funerali della modella Reeva Steenkamp, vittima della follia di un uomo che aveva fatto sognare l'umanità e che si è scoperto il più fragile di tutti.
Luca Pelliccioni
“Ci amavamo alla follia. Non ho voluto ucciderla, lo affermo nella maniera più categorica possibile”. La dichiarazione dell'atleta olimpico e paralimpico riecheggia nell'aula del tribunale, che ha poi deciso di aggiornare a domani la seduta per decidere se Pistorius potrà usufruire o meno della libertà su cauzione, divenuta ormai effimera speranza in un caso che pareva già chiuso prima di essere aperto. La ricostruzione della vicenda, in cui si configura – secondo dichiarazioni dell'atleta – anche la mazza da cricket, è semplice per quanto cruda. Pistorius si è alzato dal letto, indossando le sue protesi per poi camminare sette metri prima di esplodere i quattro colpi verso la porta a vetri del bagno, dove – secondo l'atleta – c'era la sagoma di un intruso. “Ho sparato pensando ad un ladro, credevo che Reeva fosse a letto”.
“Ma perchè un ladro avrebbe dovuto chiudersi in bagno?” Il più semplice dei dubbi sollevato dal pm Nel Garrie, che ha confermato il capo d'accusa di omicidio premeditato, sembra poter minare le fondamenta di qualsiasi tesi difensiva. Se si viene a sapere poi che in gennaio Pistorius aveva fatto domanda per sei licenze, ognuna delle quali relativa ad un arma di grosso calibro tra fucili, carabine e pistole, la situazione si complica ulteriormente.
“Quando mi sono accorto che si trattava di Reeva, ho sfondato la porta di vetro con la mazza da cricket per soccorrerla” - prosegue Pistorius, in un'iperbolica descrizione della vicenda.
Si proseguiràdomani, ore otto italiane. A questo punto sembra impossibile, salvo colpi di scena, che a Pistorius venga concessa la libertà su cauzione, come chiesto dalla difesa. Tutt'altro: la prigione a vita sembra una soluzione decisamente percorribile. Secondo i giornalisti che seguono il processo, il giudice potrà decidere in un secondo tempo di modificare i termini dell'accusa, se emergeranno nuove prove a favore dell'ex campione.
Intanto in contemporanea a Port Elizabeth, i funerali della modella Reeva Steenkamp, vittima della follia di un uomo che aveva fatto sognare l'umanità e che si è scoperto il più fragile di tutti.
Luca Pelliccioni
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