Pizzi e ricami delle clarisse di San Marino è il titolo della mostra che si aprirà il 22 marzo prossimo al Museo di Stato e voluta fortemente dai Capitani Reggenti. 400 anni fa, il 28 aprile 1609, in Repubblica si insediavano le suore Clarisse. Le prime due monache dell’ordine di Santa Chiara, provenienti da Urbania, accompagnate da 12 novizie fecero il loro ingresso nel monastero costruito, come indicato dall’allora Consiglio Principe e Sovrano, nella parte più settentrionale della città, vicino alla Porta della Rupe. Da quel momento l’edificio divenne diventò il convento delle monache che poteva ospitare un massimo di 22 suore. Da allora e per 4 secoli le clarisse furono parte integrante della società sammarinese contribuendo alla crescita del paese. Per il Segretario di Stato alla Cultura Romeo Morri, l’edificio oggi sede universitaria è un pezzo di storia, dove pochissimo tempo fa sono tornate in visita le suore di clausura che in quegli spazi hanno vissuto fino al 1971, prima di trasferirsi nel nuovo convento di Valdragone. L’incontro di due mondi lontani, le suore che hanno raccontato cos’è la vita di clausura e gli studenti che hanno spiegato cosa succede oggi in quegli spazi. E la mostra che il museo di stato che sarà visitabile fino 4 ottobre è uno spaccato della vita monastica fatta di preghiere e lavoro. Proporrà vesti, arredi e strumenti liturgici in tessuti operati e decorati dalle suore. Pezzi unici creati negli ultimi due secoli fino ad oggi che testimoniano la straordinaria maestria delle monache, il loro amore per l’arte del ricamo e l’evoluzione degli stili. A riprova che il convento era un mondo chiuso solo fisicamente perché lo scambio con la società era continuo e molto fruttuoso.
Myriam Simoncini
Myriam Simoncini
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