Gianluca Pini finisce nei fascicoli della procura di Forlì dopo aver scudato 400 mila euro, custoditi all’IBS e fatti rientrare in Italia attraverso obbligazioni del Credito di Romagna. "Sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e appropriazione indebita aggravata". Sono le due ipotesi di reato. Il 3 maggio, in tribunale, fornirà la sua versione. Intanto l’unica replica è affidata al suo profilo Facebook. "Non solo non ho evaso - scrive Pini - ma mi sono fatto carico di debiti non miei". L'indagine parte da una delle sue società, finita nel mirino delle fiamme gialle con l'accusa di aver emesso fatture inesistenti. Inchiesta chiusa poi con la prescrizione. Secondo l'accusa, Pini a quel punto avrebbe creato una seconda società, per “svuotare la prima e trasferire l’operatività nella seconda, libera da esposizione debitoria e fiscale”. “Nessun evasione fiscale - spiega su Facebook - ma un debito erariale dovuto a comportamenti non ascrivibili al sottoscritto”. Le accuse per il parlamentare leghista sono dettate da parziale e probabilmente viziata conoscenza dei fatti. “Sarà per me semplice - prosegue Pini - con documenti incontestabili, provare la mia buona fede”. E’ dispiaciuto che notizie riservate diventino di dominio pubblico, soprattutto a ridosso di un importante congresso locale, ma non si scaglia contro i magistrati "i pm fanno il loro mestiere", conclude, rinviando successivi commenti e precisazioni a dopo l'audizione.
Giovanna Bartolucci
Giovanna Bartolucci
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