Il problema della carenza di spazio nei cimiteri sammarinesi non è nuovo, così come è pratica abituale, dopo alcuni anni, esumare le salme decomposte e riuscire a ricavare ulteriori aree. A Domagnano però, non è andata come ci si aspettava: le infiltrazioni d’acqua hanno provocato la mineralizzazione delle salme, che dunque non si sono decomposte.
A protestare, più vivamente di altri, è stato don Pino Iannuzzi, che ha assistito, tra le altre, alla esumazione della salma della madre, una scena sicuramente non gradevole, l’ha definita. Don Pino ha anche scattato delle foto, a suo dire particolarmente eloquenti, e che intende mandare ai Reggenti, alla Segreteria interni, allo stato civile e al medico fiscale: “Per testimoniare come non sia stato rispettato il dolore dei parenti. Le istituzioni si devono rendere conto – ha aggiunto – che la popolazione di Domagnano è triplicata e che la scuola materna, l’elementare, la chiesa e il cimitero, non bastano più. A Serravalle non hanno terminato i lavori al cimitero locale e non è possibile che i morti li portino tutti da noi”.
Alla notizia, il dirigente del servizio di igiene ambientale Aldo Arzilli, ha subito chiamato i necrofori e, per sicurezza, ha sospeso ogni operazione. E domattina si terrà un incontro chiarificatore col dirigente dell’ufficio di Stato civile. “I necrofori fanno questo mestiere da tanti anni – spiega Arzilli – e se trovano salme non decomposte hanno l’ordine di richiudere le casse. Dubito che abbiano agito in modo men che corretto. C’è anche da dire che prima possibile dovremo rimettere mano al regolamento di polizia mortuaria che risale al 1910”.
Sull’argomento è intervenuto anche Cesare Gasperoni, Democratici di centro, che ha chiesto informazioni al governo sulla possibilità di adottare un nuovo regolamento ed accorgimenti tecnici che impediscano il ristagno dell’acqua e, nel caso, l’eventualità di ricorrere alla cremazione.
A protestare, più vivamente di altri, è stato don Pino Iannuzzi, che ha assistito, tra le altre, alla esumazione della salma della madre, una scena sicuramente non gradevole, l’ha definita. Don Pino ha anche scattato delle foto, a suo dire particolarmente eloquenti, e che intende mandare ai Reggenti, alla Segreteria interni, allo stato civile e al medico fiscale: “Per testimoniare come non sia stato rispettato il dolore dei parenti. Le istituzioni si devono rendere conto – ha aggiunto – che la popolazione di Domagnano è triplicata e che la scuola materna, l’elementare, la chiesa e il cimitero, non bastano più. A Serravalle non hanno terminato i lavori al cimitero locale e non è possibile che i morti li portino tutti da noi”.
Alla notizia, il dirigente del servizio di igiene ambientale Aldo Arzilli, ha subito chiamato i necrofori e, per sicurezza, ha sospeso ogni operazione. E domattina si terrà un incontro chiarificatore col dirigente dell’ufficio di Stato civile. “I necrofori fanno questo mestiere da tanti anni – spiega Arzilli – e se trovano salme non decomposte hanno l’ordine di richiudere le casse. Dubito che abbiano agito in modo men che corretto. C’è anche da dire che prima possibile dovremo rimettere mano al regolamento di polizia mortuaria che risale al 1910”.
Sull’argomento è intervenuto anche Cesare Gasperoni, Democratici di centro, che ha chiesto informazioni al governo sulla possibilità di adottare un nuovo regolamento ed accorgimenti tecnici che impediscano il ristagno dell’acqua e, nel caso, l’eventualità di ricorrere alla cremazione.
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