Un provvedimento duro, penoso, ma necessario. I responsabili del servizio veterinario non hanno dubbi. I 12 cani affetti da leishmaniosi - del rifugio Apas di Cà Chiavello - andavano abbattuti perché, oltre a mettere in pericolo gli animali sani del canile, rappresentavano un rischio per la salute pubblica. La leishmaniosi – in effetti – è una malattia che può colpire anche l’uomo, specie gli individui più deboli come bambini e persone anziane. Viene trasmessa da un piccolo insetto, simile a una mosca, e può manifestarsi in 2 forme: quella cutanea – caratterizzata dall’insorgere di arrossamenti e piccole tumefazioni e quella viscerale – ben più grave – che colpisce gli organi interni come la milza. In questo caso è necessaria una veloce diagnosi per evitare guai seri. I casi di leishmaniosi viscerale sono rari ma circa 50 anni fa se ne registrò uno proprio in Repubblica. I rischi, dunque, per la salute pubblica, sono – almeno teoricamente – possibili. Nonostante ciò la decisione di abbattere gli animali ha suscitato in Repubblica – e non solo - un vespaio di polemiche. Criticato anche l’operato dell’Apas che non avrebbe fatto abbastanza per impedire l’eutanasia dei 12 cani.
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