Polizia penitenziaria: sindacato, la rissa in carcere a Rimini spia tensioni estate e sovraffollamento
A sostenerlo è Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, sottolineando che è sempre il personale di polizia penitenziaria a subire direttamente le conseguenze di una situazione diventata intollerabile.
La causa principale - aggiunge - è la disattenzione della politica mischiata ad un atteggiamento buonista sintetizzabile dietro la presunzione di rieducare tutti i detenuti e malviventi persino stranieri nonostante gli efferati crimini commessi e ripetuti. E’ dunque questo il sistema che non funziona.
Dal nuovo Governo il sindacato di Polizia Penitenziaria si aspetta i primi provvedimenti concreti in grado di affrontare da subito i quotidiani episodi di aggressione a guardie carcerarie e di risse tra detenuti di varie etnie.
Primo fra tutti quello che il Ministro della Giustizia ha annunciato solo qualche giorno fa in Parlamento per il trasferimento dei detenuti stranieri nei Paesi di origine anche senza il loro consenso.
Un terzo della popolazione carceraria in Italia - ricorda il sindacato - è composto da detenuti stranieri, si tratta di circa 20 mila detenuti stranieri ed ognuno di essi costa alla collettività circa 137 euro al giorno. "L’Italia non può più permettersi questa spesa, tanto più se si considera che siamo oggetto di sanzioni per il sovraffollamento carcerario".
Il sottosegretario alla Giustizia, parla di strumenti da rivedere. "Appare evidente come la Polizia penitenziaria - dice Jacopo Morrone - rappresenti l'ultimo baluardo della legalità negli istituti di pena e operi in gravi difficoltà. Sono convinto che la situazione sia emergenziale e che ci siano prassi, misure e strumenti da rivedere e rinnovare".