Polo della Moda, i timori di Csdl sull'accordo occupazionale: "Solo un'operazione di marketing?"
Csdl punta i riflettori su The Market, a poche ore dalla firma dell'accordo occupazionale fra la Segreteria al lavoro e il Gruppo Borletti. C'è preoccupazione: il Polo della Moda aprirà il 24 giugno e di formazione – provoca il Segretario Generale Giuliano Tamagnini – “se ne potrà fare ben poca”. Tema caldo, considerando che fin dalla nascita del progetto il sindacato ha sollecitato l'avvio di percorsi specifici. Poi, dal 2019, si sono interrotti i contatti sia con i promotori che con le Segreterie. Troppo poco coinvolgimento su una realtà che a pieno regime, – ricorda Stephane Colombari - coinvolgerà 400 persone nel settore vendite e 200 in servizi e ristorazione. Si teme che la firma con la proprietà sia “solo un'operazione di marketing”: “non sarà il Gruppo Borletti ad assumere – dice la Csdl - lo faranno i marchi” che, tra l'altro, hanno già iniziato i colloqui.
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Nonostante il Segretario al Lavoro abbia assicurato l'abbassamento del livello dei requisiti minimi, Colombari racconta di persone over 35 scartate per l'età o perché ritenuta insufficiente l'esperienza di 15 anni. “Questo giochino – dice - non ci piace per niente”, così come non piace che i lavoratori sammarinesi siano stati catalogati come vagabondi, con Tamagnini che parla di “situazione creata ad arte, una scusa per trovare persone fuori territorio”. In generale il grande tema resta il lavoro, si teme un'ulteriore precarizzazione.
Per il Segretario Confederale William Santi ciò che serve non è regolamentare amministratori, soci e pensionati, ma fare lavorare donne, giovani e ultra cinquantenni. Per non parlare dei disabili, “sembra che in questo paese non esistano – avverte - non c'è più nessuno che li voglia assumere”. Si è parlato anche di vertenze occupazionali: nel trimestre – dice Agostino D'Antonio - sono state 107. Un errore, per la Csdl, non bloccare i licenziamenti: 584 le riduzioni di personale nel 2020. “Come sempre – afferma Tamagnini - il mondo del lavoro dipendente paga il tributo più alto nelle situazioni di difficoltà”. Si chiede, poi, che alcuni interventi come lavoro agile e assistenza familiare per chi è sotto al terzo grado di parentela, possano continuare – auspica Nerina Zafferani della Fups, “a prescindere dall'emergenza Covid”.
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