Il presidente della Polonia, Bronislaw Komorowski, ha sottoscritto la legge di ratifica delle norme che prevedono l'abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza come stabilito dal protocollo 13 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. La Polonia era uno dei pochi paesi appartenenti al Consiglio d'Europa in cui era ancora ammessa la pena di morte nei confronti dei condannati in caso di guerra. Lo scorso mese di ottobre il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa aveva convocato i paesi che non avevano ancora aderito al protocollo 13, approvato nel 2002, per sollecitarli alla firma (Russia e Azerbaigian) o alla ratifica (Polonia e Armenia). Il presidente polacco ha anche firmato la legge di ratifica del Secondo Protocollo facoltativo al Patto Internazionale sui diritti civili e politici sull' abolizione della pena di morte adottato dall'Onu nel 1989 e sottoscritto dalla Polonia nel 2000. L'ultima esecuzione è avvenuta 25 anni fa, per impiccagione, ai danni di un giovane di 29 anni che aveva stuprato e ucciso una donna: successivamente, fino al 1996, i tribunali avevano emesso altre nove sentenze che prevedevano la pena capitale ma grazie all'amnistia approvata nel 1989 dopo le prime elezioni libere, le condanne furono commutate in 25 anni di carcere. Nel 1997 la pena di morte è stata sostituita nel codice penale polacco dall'ergastolo.
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