Sono numerosi i procedimenti per infortuni sul lavoro che rischiano di finire in prescrizione. L’ultimo caso, balzato nuovamente agli onori della cronaca, quello del tragico incidente accaduto a Gualdicciolo nell’estate del ‘98 in un cantiere statale, nel quale perse la vita il riminese Felice Feduzzi. Il processo è stato rinviato a giudizio ancora una volta ed è stata disposta un’ulteriore perizia. Procedura risultata inevitabile per ravvisati motivi di nullità nella precedente. Il processo di primo grado, nel rispetto dei tempi tecnici, ci sarà quindi non prima dell’inizio del prossimo anno, col rischio di caduta in prescrizione del reato prima di passare in seconda istanza. E’ una vergogna – tuona il segretario confederale della CSDL, Gian Luigi Macina – che un procedimento giudiziario di tale entità possa andare in prescrizione a causa di tempi di accertamento delle cause particolarmente lunghi! L’inserimento di un articolo 49 bis nella legge quadro sulla sicurezza del 98, proposto dal sindacato per bloccare i termini della prescrizione dei reati al momento dell’avvio della fase istruttoria – precisa Macina – potrebbe aiutare la giustizia a fare il suo corso. Il Governo – continua – deve uscire dalla logica del rinvio e impegnarsi seriamente per impedire l’annullamento dei processi e assicurare l’accertamento della verità, senza affidarsi a commissioni tecniche che in oltre sei mesi di insediamento non hanno attuato nessun tipo di intervento in proposito. Nell’ultima seduta del Congresso di Stato, infatti, il Governo ha ventilato una soluzione amministrativa per sciogliere il nodo della prescrizione dei processi affidando la questione ad un gruppo tecnico, senza modificare la normativa del ‘98. Un modo - secondo l’Esecutivo - per tutelare in primo luogo gli interessi dei lavoratori e anche quelli dello Stato, relativamente ai costi diretti e indiretti che un infortunio comporta alle casse della sanità pubblica.
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