Presentato il rapporto sulla presenza delle mafie in Emilia Romagna. Immancabili i riferimenti a San Marino
A Bologna il primato delle operazioni sospette con il 21% delle segnalazioni, segue Rimini con il 17%. Tenere alta la guardia ormai non basta più. A ribadire la gravità della situazione è la magistratura: “Occorre una strategia a doppio binario: bene il sostegno agli imprenditori – dice il procuratore capo Roberto Alfonso - ma chi cede al ricatto mafioso va sanzionato, mentre chi non lo fa va premiato”. Anche Don Ciotti ha una sua personale ricetta: “Le risorse per i più deboli si ottengono con la lotta all’illegalità, che in Italia ha un giro di affari di circa 560 miliardi. Ma quando si parla di flussi finanziari illeciti, inevitabile il collegamento con San Marino. Il giornalista Giovanni Tizian ricorda la vicenda Credito Sammarinese, i cui vertici sono scesi a compromessi con il narcotrafficante calabrese Vincenzo Barbieri. Anna Canepa, magistrato della Direzione Nazionale Antimafia, definisce il Titano come la grande “lavanderia” della zona. Insieme alla Romagna in pochi anni è diventata terra di conquista, soprattutto dei clan camorristici. L’operazione Staffa e ancor prima l’operazione Vulcano della procura bolognese ne sono la riprova. Ma i segnali di reazione non mancano. Nel video le intrviste a Matteo Richetti, presidente Assemblea Legislativa Emilia Romagna; Don Luigi Ciotti, presidente Libera; Roberto Alfonso, procuratore capo Bologna
Silvia Pelliccioni
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