“Mandateci in giro nudi, ma lasciateci la libertà di educare”. Le parole di Don Luigi Giussani aprono la presentazione del “Il rischio educativo”, testo fondamentale dell’opera del fondatore di Comunione e Liberazione. Interviene davanti a una sala gremita il segretario Zafferani, commentando la campagna culturale avviata dai promotori dell’appello educazione: “E’ vero – ha detto – che qualcuno ha abdicato al diritto/dovere di educare, dalla famiglia alla scuola. Quella dell’educazione è una emergenza per tutte le società, non solo per quelle occidentali”. Pasquale Valentini porta il saluto del vescovo, Mons Luigi Negri, assente per motivi di salute: “Il rischio educativo – scrive Monsignor Negri - ha segnato la mia esperienza di uomo e di cristiano, una esperienza nella quale sono stato educato e che ha fatto di me un educatore”. E’ Gabriella Mangiarotti del dipartimento formazione dell’ateneo sammarinese a introdurre al testo come “storia di un uomo che ha messo in gioco la sua passione per l’educare davanti e che è ora storia di un intero popolo”. Il rischio educativo è proposta di un metodo, innovativo e vero, con il quale giudicare e sperimentare le cose”. Educare, introdurre alla realtà totale: consegnare al giovane una ipotesi di lettura della realtà, un criterio che sia fondato sul senso del passato e sull’esempio di vita, sulla coerenza ideale di chi insegna, perché sia poi il giovane – e qui sta il concetto di rischio - a verificare la verità di quella ipotesi nel suo ambiente, abbracciandola o rifiutandola. Al rettore dell’università di San Marino Giorgio Petroni il compito di individuare alcune dimensioni culturali che fanno del testo un documento di forte attualità nel terzo millennio.
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