Presentato, a Roma, “Perché mi hanno ucciso” di Aleksandr Litvinienko
Il libro curato da Luca Salvatori e Maxim Litvinienko, fratello dell’ex colonnello del KGB, raccoglie scritti inediti, documenti e articoli nei quali l’ex spia denuncia intrighi, violenze e omicidi di cui si sarebbero macchiati gli uomini dei servizi segreti russi. Un sistema nel quale l’ex colonnello era integrato e per il quale ha invece sentito un rigetto nel momento in cui ha capito quali erano i metodi adottati. Da quel momento Litvinienko ha speso la sua esistenza a denunciare le azioni compiute per eliminare le persone scomode al regime. L’ex spia punta il dito sul Presidente Putin e parla di interazioni con la mafia russa e il terrorismo internazionale.
Scritti per la prima volta tradotti in italiano che gettano ulteriori ombre sulla Russia di Putin proprio nel momento in cui il paese si appresta a celebrare le elezioni presidenziali, fissate per il 2 marzo, e alle quali l’OSCE si è rifiutata di inviare osservatori, in forma di protesta.
Nel libro di Luca Salvatori, Aleksandr Litvinenko, fino a questo momento apparso un po’ come una figura da romanzo, circondato da quell’alone di mistero e di tensione che costituiscono gli ingredienti perfetti per un giallo, viene presentato invece nella sua veste più umana, quella di un uomo attraversato dai dubbi, dalle perplessità, dalla rabbia, dalla paura, dal terrore. Un’opposizione al sistema, la sua, pagata a caro prezzo, con ripetute segregazioni, anni di prigionia, la fuga dalla Russia e la richiesta di rifugio politico all’Inghilterra, della quale era diventato cittadino. Non mancano, nel libro, riferimenti ai collegamenti di Litvinenko con Mario Scaramella, l’ex consulente della Commissione Mitrokin, che entrò in relazione anche con uomini politici sammarinesi, e che incontrò l’ex spia in un sushi bar di Londra proprio il giorno del suo avvelenamento.
“Perché mi hanno ucciso” ha suscitato interesse nei giornalisti intervenuti alla presentazione, avvenuta a Roma, al circolo della Stampa Estera, alla quale oltre agli autori era presente l’editore, Giuseppe Morganti, dalla casa editrice sammarinese AIEP, che ha curato l’uscita del volume. “Mio fratello – ha detto Maxim ai giornalisti – era diventato scomodo al sistema russo, e in molti modi avevano cercato di metterlo a tacere”.