Processo Asset, ascoltato Bevitori "non ero prestanome di nessuno, con la mia società cercai di aiutare mio cognato"
Al centro dell'udienza il finanziamento che Asset avrebbe fatto alla sua società AB Invest
Dopo un iter a singhiozzo, il processo in cui gli ex vertici di Asset - Stefano Ercolani e Barbara Tabarrini, entrambi presenti in aula - devono rispondere di presunta amministrazione infedele e ostacolo alla vigilanza entra nel vivo dei fatti. Ascoltato Alessandro Bevitori, alla presenza del suo legale, in merito ad un finanziamento in tre tranche (ciascuna. secondo l'accusa. per estinguere la precedente), che Asset avrebbe fatto (senza adeguate garanzie) alla sua società AB Invest, mentre sempre secondo l'accusa il reale beneficiario dei mutui era il gruppo - molto esposto con il sistema bancario - di Germano De Biagi. Come già fatto nel 2017, e con lo stesso stato emotivo, il consigliere di Libera ha voluto sgomberare il terreno da ogni dubbio: non ero il prestanome di nessuno, tramite la MIA società ho effettuato nel 2013 un prestito per 500 mila euro per l'acquisto di un immobile al World Trade Center, per evitare il fallimento a mio cognato, Fabio De Biagi. Un'operazione - ha spiegato. che lo danneggiò sia finanziariamente, dal momento che il Gruppo De Biagi, sottoposto a blocco amministrativo qualche mese dopo, non poteva più vendere l'immobile per il quale aveva acceso il mutuo, che moralmente per via del suo nuovo ruolo pubblico, in forza del quale chiese al cognato di liberarlo da quella situazione. Bevitori ha parlato di Asset come di un istituto affidabile, con il quale come professionista ebbe proficue collaborazioni e di avere avuto la percezione di fare un'operazione regolare anche in forza degli immobili di AB Invest. Che non fossero previste garanzie quando c'era patrimonialità l'ha confermato l'impiegato di Asset, che allora istruì la pratica. Ascoltato anche Nicola Muccioli, direttore dell'Agenzia d'Informazione Finanziaria che rilevò anomalie comunicandole a BCSM “ci premeva l'accertamento dell'eventualità di una provenienza illecita dei fondi” ha detto Muccioli, che ha voluto sottolineare come. sulla vicenda liquidazione Asset, “Aif non constatò le carenze evidenziate da BCSM”.
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